Il Parlamento europeo chiede il riconoscimento della genitorialità in tutta la UE

Nessuna discriminazione contro i diritti dei bambini

La commissione giuridica (JURI)  del Parlamento europeo giorni fa ha adottato (con 14 voti, di cui 4 contrari e nessuna astensione) il suo parere sul progetto di legge che facilita il riconoscimento della genitorialità in tutta l'UE. L’ obiettivo è preservare e rafforzare i diritti fondamentali dei bambini, sia minorenni che adulti, aumentare la certezza giuridica e ridurre i costi e la burocrazia.

I deputati propongono di limitare la possibilità per i paesi dell'UE di rifiutarsi di riconoscere la genitorialità stabilita in un altro Stato membro, se incompatibile con il loro ordine pubblico, perché questo potrebbe portare a discriminazioni, per esempio, contro i figli di genitori dello stesso sesso.  Infatti due milioni di bambini potrebbero attualmente trovarsi ad affrontare una situazione in cui i loro genitori non sono riconosciuti come tali in un altro Stato membro.

La scheda legislativa del Parlamento europeo specifica:  
“La genitorialità, detta anche filiazione legale, è lo stato civile che regola il rapporto familiare legale tra un figlio e un'altra persona.
Mentre l’accertamento della genitorialità è disciplinato dal diritto di famiglia nazionale, il riconoscimento all’estero della genitorialità già accertata è solitamente disciplinato dalle norme di diritto internazionale privato (conflitto di leggi). Questo status è la base di molti diritti, ad es. acquisizione della cittadinanza, residenza, mantenimento e successione.
Il rifiuto del riconoscimento della genitorialità può, tra l'altro, rendere il bambino apolide, portare al rifiuto da parte del genitore di concedere il permesso per un intervento medico del bambino in un ospedale o di iscriverlo a una scuola, o anche separare i figli di uno dei genitori in caso di sottrazione di minore, quando lo Stato membro in cui il minore viene portato non riconosce il legame di genitorialità con il genitore che richiede il ritorno del minore. Pertanto, il rifiuto da parte di uno Stato di riconoscere la genitorialità stabilita all’estero può avere gravi conseguenze per i bambini e le loro famiglie.”

Nel 2020 la Commissione ha annunciato misure volte a garantire che la filiazione accertata in uno Stato membro sia riconosciuta in tutti gli altri Stati membri. Infatti nel discorso sullo  Stato dell'Unione 2020, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato: "Se sei genitore in un paese, sei genitore in ogni paese."
L'iniziativa è stata inserita nella strategia dell'UE sui diritti dei minori del 2021 come azione chiave a sostegno dell'uguaglianza e dei diritti dei minori e anche nella strategia dell'UE per l'uguaglianza LGBTIQ del 2020. Inoltre nella risoluzione del 2022 sulla tutela dei diritti dei minori nei procedimenti di diritto civile, amministrativo e di famiglia il Parlamento europeo ha accolto con favore l'iniziativa della Commissione. 

La proposta di regolamento della Commissione  mira a colmare le lacune esistenti e a garantire che tutti i bambini nell’UE possano godere degli stessi diritti previsti dal diritto nazionale in un altro Stato membro, in particolare per quanto riguarda i diritti di affidamento, mantenimento o successione.

Sebbene la genitorialità continuerebbe a essere stabilita a livello nazionale, gli Stati membri non sarebbero obbligati a modificare il proprio diritto di famiglia.
La genitorialità dovrebbe essere riconosciuta come tale in tutti i paesi dell’UE, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Nelle nuove norme di parla anche dell’introduzione di un certificato europeo di genitorialità (EPC), disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE, per facilitare il riconoscimento della genitorialità e specificherebbero inoltre quali tribunali e leggi si applicano nelle controversie transfrontaliere sulla genitorialità.
I certificato europeo di genitorialità non sostituirebbe i documenti nazionali, potrebbe essere utilizzato al loro posto. 

Dopo il voto in plenaria del Parlamento sul dossier, la decisione finale sulla legislazione sarà presa dagli Stati membri, poiché il diritto di famiglia rientra nelle competenze nazionali.

Maggiori approfondimenti della proposta al link del Parlamento europeo.

(i.g.)

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