Le opere vincitrici di "Eu.topie" esposte al Murate Art District di Firenze

La call for artworks dedicata ai valori europei ha selezionato una serie di opere di artiste e artisti del territorio

Nel mese di marzo 2025 Lungarno e Tabloid avevano lanciato una call for artworks all'interno del progetto "Eu.topie", realizzato con il contributo di EUROPE DIRECT Firenze. Tra le tante attività del progetto, il contest per artisti dedicato ai valori dell'Unione Europea, in particolare ai Goal 9 e 11 dell'Agenda 2030, ha portato alla selezione di una serie di opere che saranno esposte in mostra da giovedì 29 maggio a domenica 2 giugno 2025 al Murate Art District di Firenze (Piazza delle Murate).

Le opere vincitrici ex aequo sono quelle di Emma Silvana Tripaldi e di Almudena Romero, pubblicate come copertina della rivista cartacea di Lungarno, rispettivamente per il numero di maggio e per quello di giugno.

- "Margine" di Emma Silvana Tripaldi: "Attraverso l'intervento di ricomposizione fotografica, il paesaggio urbano viene decostruito e ricomposto in una nuova forma. Per quanto l'immagine finale tenda a una dimensione immaginifica, distante dalla realtà e con contorni tendenti all'astrazione geometrica, è ancora possibile cogliere il punto di vista di partenza. Le fotografie sono infatti state scattate ponendo l'obiettivo dal basso verso l'alto, restituendo l'architettura urbano un punto di vista umano."

- "The Pigment Change" di Almudena Romero: "Strutturato in quattro capitoli, The Pigment Change comprende immagini-oggetto ed esperienze fotografiche che vanno oltre la sostenibilità per interrogare il nostro rapporto con la natura e i processi di produzione e riproduzione nel contesto della crisi climatica. L'opera analizza le dinamiche di creazione, sfruttamento, accumulazione ed eredità, elementi centrali sia nel collasso ambientale che nell'industria dell'arte."

Di seguito, le schede delle altre opere selezionate per la mostra:

- "F. - Un progetto di rimozione" di tasca: "La condanna di Firenze è la sua fama. Ne è certo l'anonimo autore del "programma di rimozione", un progetto di trasformazione della città che prevede un depotenziamento dei suoi caratteri tipici. L'obiettivo è raggiungibile attraverso tre fasi di difficoltà graduale. La prima fase propone la sostituzione del nome con la sigla F.,  [...]. La seconda fase si concentra sulla deviazione delle infrastrutture [...]. La terza fase propone l'oscuramento di questi monumenti [...]".

- Senza titolo di Simone Petrone: "La città non è solo uno spazio costruito, ma un intreccio di storie e aspirazioni. Se non c'è dialogo fra lo spazio urbano, il progresso e chi lo vive, gli abitanti perdono il contatto che hanno con esso. L'Eutopia Fiorentina quindi nasce indossando i suoi luoghi. Trame urbane composte da quartieri, monumenti e frammenti della città, che ne definiscono l'essenza. Ma sotto questa maschera strutturale e architettonica pulsa un'entita viva e umana. Una comunità che le infone la capacità di immaginare".

- "Firenze 2100" di Giovanni F. Zintu: "[...] La dignità prende forma in nuovi alloggi costruiti sopra edifici esistenti, valorizzando l'eredità senza consumare nuovo suolo. L'equilibrio si raggiunge con nuove aree verdi ottenute liberando la città dalle auto, recuperando i corsi d'acqua e aumentando la loro capacità, introducendo una rete di suolu permeabili pedonali capaci di assorbire e incanalare le acque in caso di alluvione. Una eutopia urbana, dove lo spazio pubblico è motore di incontro, scambio e benessere collettivo".

- "Community space" di Kreso: "«We can't have a community, without a community space» esclama Eric Klinenberg nel suo Palaces for the people: How Social infrastructure can help fight inequality, polarization, and the decline of civic life. L'opera in questione è una trasposizione del senso e del messaggio sotteso del testo sopracitato. Il calligraffito marcato nero su bianco recita la frase: Mai creeremo alcuna vera comunità senza imparare prima a mettere in comunione anche lo spazio".

- Senza titolo di 360atelier&Partners: "Per la progettazione dei tre quartieri individuati a Bengasi, Gaza e Odessa, l'approccio è stato quello di restituire ai cittadini un pezzo di città che comprendesse le nuove abitazioni sottratte dalla guerra addizionate di un progetto d'insieme che tenesse di conto dell'architettura della città fatta di preesistenze come strade, scuole, edifici di culto, musei, università e edifici amministrativi".

- Room 1 di Wu Yueping: "La performance Room 1 esplora il concetto di sicurezza e insicurezza nell'ambiente urbano attraverso una riflessione personale sull'esperienza di ricerca di un alloggio a Firenze. Partendo dalla teoria psicologica di Carl Gustav Jung, che considera la sicurezza come questa ricerca primitiva di scontri con la realtà concreta della vita quotidiana. Il progetto invita lo spettatore a riflettere sulle dinamiche di appartenenza e sull'impatto delle politiche urbane sulla vita quotidiana degli abitanti."

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata sul sito web di Lungarno, al link in allegato.

(t.z.)

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