Pubblicata l'8 luglio la nuova Relazione sullo Stato di diritto della Commissione, con indicati i progressi e le raccomandazioni per i 27 stati membri.
Lo scorso 8 luglio 2025 la Commissione europea ha pubblicato la sesta Relazione annuale sullo Stato di diritto: il risultato di un lavoro di analisi che esamina la situazione e gli sviluppi in materia di stato di diritto in tutti gli stati membri.
Questa relazione, e in generale il ciclo annuale che la precede, sono fondamentali in quanto contribuiscono alla "resilienza" della democrazia nei diversi paesi membri e nell'Unione stessa e, di conseguenza, all'implementazione della sicurezza e dell'economia europee, in un contesto globale in cui il rispetto dei diritti fondamentali e dei sistemi democratici è sempre più sotto pressione. Il rispetto dello Stato di diritto, infatti, è essenziale anche per l'implementazione di politiche che promuovano la competitività attraverso il mercato unico e consentano ai cittadini di partecipare attivamente sia alla società che all'economia. Pensiamo, ad esempio, alle imprese che operano a livello transfrontaliero: le PMI in particolare hanno bisogno di un contesto economico stabile e prevedibile, di sistemi giudiziari funzionanti e normative in materie di appalti pubblici chiare.
Prendendo in analisi la situazione nei 27 paesi dell'Unione e in 4 paesi candidati (Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia), la relazione del 2025 conferma un trend complessivamente positivo. È stato rilevato, infatti, che, in generale, gli Stati membri hanno dato seguito (in modo più o meno esaustivo) ad un numero considerevole di raccomandazioni emesse nel 2024, implementando riforme nei quattro settori chiavi presi in analisi dal report: giustizia, lotta alla corruzione, libertà dei media e bilanciamento dei poteri istituzionali.
Per quanto riguarda l'Italia, la Relazione sullo Stato di diritto 2025 riporta che sono stati fatti alcuni progressi e alcune delle raccomandazioni formulate nella Relazione del 2024 sono state accolte, implementando riforme in diversi ambiti. In particolare:
- alcuni ulteriori progressi nel proseguire l'impegno volto a migliorare il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure;
- alcuni progressi nell'adozione della proposta legislativa pendente in materia di conflitti di interessi, e progressi limitati nell'adozione di norme complessive sull'attività di lobbying (istituzione di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi, compresa un'impronta legislativa);
- alcuni progressi verso l'istituzione di disposizioni o meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato per l'adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l'indipendenza.
La Relazione sullo Stato di diritto 2025, d'altra parte, rileva anche che non è stato fatto
- nessun progresso nell'affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e nell'introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne;
- nessun ulteriore progresso nel portare avanti il processo legislativo del progetto di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di stampa e tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
- nessun ulteriore progresso nell'intensificare gli sforzi per costituire un'istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.
Partendo da queste constatazioni e tenendo conto degli sviluppi fatti nel corso dell'anno passato, la Relazione sullo Stato di diritto 2025 ricorda gli impegni assunti dall'Italia nell'ambito del PNRR e le Raccomandazioni Specifiche per Paese emanate nell'ambito del Semestre europeo. Inoltre raccomanda all'Italia di:
- completare il sistema digitale di gestione delle cause nelle sedi penali e nelle procure;
- adottare la proposta legislativa pendente in materia di conflitti di interessi e intensificare l'impegno per adottare norme complessive sull'attività di lobbying per l'istituzione di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi, compresa un'impronta legislativa;
- intensificare l'impegno per affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne;
- portare avanti l'attività legislativa in corso affinché entrino in vigore disposizioni o meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato per l'adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l'indipendenza;
- portare avanti il processo legislativo in corso del progetto di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di stampa e tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
- intensificare le iniziative per costituire un'istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.
Per maggiori informazioni sulla Relazione sullo Stato di diritto 2025 e sul report sull'Italia, consultare i link in allegato.