Con 305 voti favorevoli, 276 contrari e 29 astensioni, approvata dal Parlamento europeo la proposta di riforma dei Trattati nata in seno alla Conferenza sul Futuro dell'Europa.
Mercoledì 22 novembre il Parlamento europeo ha approvato con 305 voti favorevoli, 276 contrari e 29 astensioni una proposta che, nascendo direttamente dalla Conferenza sul Futuro dell'Europa, richiede la modifica dei Trattati dell'Unione europea e che chiede al Consiglio europeo di convocare una Convenzione di riforma dei Trattati.
La proposta mira da un lato a rafforzare la capacità dell'UE di operare e dall'altro ad aumentare il peso della voce delle cittadine e dei cittadini. In particolare, la proposta di riforma prevede un sistema "più bicamerale" per evitare situazioni di stallo, attraverso il voto a maggioranza qualificata e l'uso della procedura legislativa ordinaria; il riconoscimento al Parlamento di un pieno diritto di iniziativa legislativa e del ruolo di colegislatore per il bilancio a lungo termine e una revisione delle norme sulla composizione della Commissione (rinominata "esecutivo europeo").
Il Presidente della Commissione, che dovrebbe ricevere la nomina del Parlamento e l'approvazione del Consiglio (contrariamente a quanto avviene oggi), potrà scegliere i propri Commissari sulla base di preferenze politiche, tenendo conto dell'equilibrio geografico e demografico, e avrà la possibilità di presentare una mozione di censura sui singoli Commissari. Sono proposte inoltre la pubblicazione delle posizioni degli Stati membri dell'UE su questioni legislative, per garantire una maggiore trasparenza in seno al Consiglio e la creazione di meccanismi di partecipazione adeguati e il rafforzamento del ruolo dei partiti politici europei, per dare più voce ai cittadini.
Sempre nell'ottica del rafforzamento degli strumenti democratici, la proposta prevede l'introduzione del pieno diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento e di strumenti di democrazia diretta, inclusa la possibilità di avere dei referendum europei.
Altro elemento cruciale della proposta del Parlamento è l'aumento significativo del numero di decisioni prese a maggioranza qualificata (ad esempio in caso decisioni di sanzioni) e la sostituzione del metodo dell'unanimità con quello della maggioranza rafforzata (almeno quattro quinti dei membri del Consiglio che rappresentano gli Stati membri e che riuniscono almeno il 50% della popolazione europea) da utilizzare per le decisioni in materia fiscale.
Inoltre i deputati chiedono un maggiore spazio di manovra e soprattutto di rendere condivise le competenze su temi importanti come salute pubblica, protezione civile, industria e istruzione, mentre attualmente sono di competenza esclusiva degli Stati membri.
(t.z.)