Raggiunto l'accordo sulla direttiva che impone ai produttori di uniformare la tipologia di caricabatterie dei dispositivi venduti nell'Unione.
Erasmus, moneta unica ma anche free roaming. Sono solo alcuni dei cambiamenti epocali che vengono solitamente citati quando pensiamo a come l'Unione europea ha cambiato in positivo la nostra vita.
Dallo scorso martedì 7 giugno questo elenco, possiamo dire così, si è "allungato": è stato infatti raggiunto un accordo sulla direttiva 2014/53/UE "concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio". Cosa significa? Che l'Unione europea chiede ai produttori di dispositivi elettronici (smartphone, tablet, fotocamere, e-reader, pc portatili, ecc..) di uniformare i loro caricabatterie.
Si tratta di una questione centrale, sulla quale le istituzioni europee stanno lavorando da circa 10 anni e che vedrà il Parlamento europeo approvare formalmente un accordo in autunno. Da quel momento, i produttori avranno 24 mesi per uniformare la porta di smartphone e altri dispositivi ai caricatori USB C e 40 mesi per i pc portatili (vedremo i primi cambiamenti dal 2024 quindi). Inoltre, la direttiva richiede che anche la tecnologia di ricarica rapida venga uniformata, così che sia possibile utilizzare un unico cavo per tutti.
La decisione di questa direttiva è stata presa pensando alla tutela dei diritti dei consumatori ma anche alla salvaguardia dell'ambiente. La Commissione europea ha infatti stimato che con la nuova norma, una volta uniformati i dispositivi, i consumatori europei dovrebbero risparmiare circa 250 milioni di euro ed evitare 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.